Dichiarazione di Miren Bengoa, direttrice generale della Catena della Solidarietà:
«Quello che stiamo vivendo attualmente a Gaza è una tragedia di proporzioni intollerabili. Mai prima d'ora era stata dichiarata una carestia in questa regione. Centinaia di migliaia di civili – donne, bambini e uomini di tutte le età – stanno soffrendo la fame mentre camion carichi di cibo rimangono bloccati alle frontiere.
Le organizzazioni umanitarie avevano lanciato l'allarme già da molti mesi. Questa carestia non è una fatalità: era evitabile. Il blocco imposto dalle autorità israeliane impedisce consapevolmente alla popolazione di accedere a cibo, acqua e cure mediche in quantità sufficienti.
In oltre vent'anni di impegno umanitario, non ho mai visto una situazione in cui i principi umanitari fossero così sistematicamente calpestati e l'accesso agli aiuti così gravemente e duramente ostacolato. Non è la mancanza di volontà o di risorse a frenarci, ma l'impossibilità materiale di trasportare gli aiuti e garantire la sicurezza e la dignità dei civili e degli operatori umanitari a Gaza. Questa situazione è semplicemente inaccettabile.
Desidero sottolineare la solidarietà della popolazione svizzera, che si mobilita senza sosta. Essa si mostra in particolare attraverso le donazioni sul conto «Crisi umanitaria in Medio Oriente» aperto dalla Catena della Solidarietà. Tuttavia, finché l'accesso umanitario rimarrà bloccato, non potremo rispondere in modo adeguato all'emergenza né fornire alla popolazione gli aiuti vitali di cui ha disperatamente bisogno. Le poche azioni che possiamo ancora sostenere testimoniano il nostro impegno a rimanere presenti e ricordano alla popolazione di Gaza che non è stata dimenticata. Ma sembrano insignificanti di fronte alla portata della catastrofe.
Facendo eco all'ONU, alle ONG internazionali e a numerose personalità, la Fondazione chiede un cessate il fuoco immediato e duraturo. È necessario e urgente che i leader di tutto il mondo agiscano senza esitare per porre fine a questa tragedia inaccettabile. Un accesso umanitario sicuro, rapido e senza ostacoli deve essere garantito con urgenza da tutte le parti coinvolte nel conflitto, come richiesto dal diritto umanitario internazionale.
La Catena della Solidarietà rimarrà impegnata per tutto il tempo necessario ed è pronta a intensificare i propri aiuti non appena sarà possibile accedere alla zona.»
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