Una vita nella precarietà
Su un’area molto limitata, quasi un milione di persone vive in condizioni terribili, fino a 13 persone in una capanna di circa 20m2. Un ritorno in Myanmar è impensabile per la maggior parte dei Rohingya, terrorizzati dalla prospettiva di nuove violenze.
In Bangladesh, i Rohingya non possono tuttavia trovare un vero lavoro, quindi il loro futuro è molto incerto.
È perciò ancora più importante creare condizioni di vita sicure e dignitose e offrire a queste persone, e in particolare ai loro figli, un raggio di speranza grazie all’educazione e alla formazione. Per noi è essenziale poter continuare a finanziare i progetti nei settori della costruzione, dell’acqua, dell’igiene e del sostegno al reddito.