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Fame estrema in Africa orientale

La situazione rimane drammatica e la popolazione sul posto ha tuttora bisogno di aiuto per garantire la propria sopravvivenza e ricostruire la propria esistenza. Grazie alla generosità della popolazione svizzera, la Catena della Solidarietà sostiene quasi mezzo milione di persone nei paesi maggiormente colpiti dalla siccità, ossia Somalia, Etiopia e Kenya.

Inizio della campagnanov 2022
Tipo di crisi Siccità
LocalitàAfrica orientale
Donazioni ricevuteCHF 15'561'428

Una situazione aggravatasi di anno in anno

Quattro stagioni consecutive di piogge scarse hanno portato a una carenza d’acqua estrema in Somalia, nel sud e sud-est dell’Etiopia e nell’est del Kenya. L’aumento dei prezzi delle derrate alimentari a causa della guerra in Ucraina, i conflitti e la mancanza di governance nella regione aggravano ulteriormente la situazione delle popolazioni locali, spesso costrette a lasciare le loro case alla ricerca di cibo, pascoli, acqua e mezzi di sostentamento alternativi.

Grazie alla solidarietà testimoniata dalla popolazione in Svizzera, la Catena della Solidarietà può aiutare comunità gravemente colpite dalla siccità, spesso molto isolate. Queste persone hanno visto morire circa il 90% del loro bestiame, loro principale fonte di sostentamento e di reddito. Si trovano quindi in una situazione di grande precarietà e temono per il loro futuro. La Catena della Solidarietà sostiene progetti messi in atto dalle sue organizzazioni umanitarie partner per il trattamento e la prevenzione della malnutrizione in particolare nei bambini e nelle donne durante la gravidanza e l’allattamento, garantisce l’accesso all’assistenza sanitaria, al cibo e all’acqua, assicura un sostegno alle famiglie agro-pastorali. Il 45% delle donazioni raccolte è stato utilizzato in Etiopia, il 35% in Kenya e il 20% in Somalia. 

 

Fame estrema in Africa orientale – le cifre

  • L’attuale siccità potrebbe degenerare in una delle peggiori crisi causate dai cambiamenti climatici della giovane storia del Corno d’Africa.
  • Oltre 22 milioni di persone in Kenya, Etiopia e Somalia sono afflitte da un’estrema scarsità di cibo e acqua a causa della siccità.
  • Cinque milioni di bambini soffrono di denutrizione acuta. I più piccoli sono particolarmente colpiti dalla carenza di cibo e latte.
  • La siccità ha inoltre decimato i raccolti e causato la morte di quasi 90% di capi di bestiame, indispensabili per il sostentamento delle famiglie dei nomadi.
  • Nelle regioni colpite dalla siccità i prezzi delle derrate alimentari continuano a salire. Un fenomeno dovuto a una combinazione di diversi fattori: raccolti inferiori alla media nonché prezzi elevati di materie prime e carburanti sui mercati internazionali, una conseguenza diretta della guerra in Ucraina.

António Guterres, Segretario generale dell’ONU, mette in guardia: «Dobbiamo fare tutto il possibile per evitare il ciclone della fame e il crollo del sistema alimentare globale. La guerra in Ucraina è anche un attacco alle persone e ai paesi più vulnerabili del mondo».

La minaccia di una catastrofe umanitaria dovuta alla carestia e alla fame

Data l’entità dell’impatto della siccità, alle popolazioni colpite serviranno molti anni per potersi ricostruire. Occorre trovare soluzioni durevoli per contrastare le conseguenze a lungo termine dei cambiamenti climatici, in particolare investendo in mezzi di sussistenza resilienti. 

«L’insicurezza alimentare è la conseguenza più visibile della crisi che attanaglia il Corno d’Africa, ma le conseguenze di questa crisi vanno ben oltre. La salute delle persone più vulnerabili è seriamente compromessa, così come l’istruzione e la sicurezza dei bambini. Numerose famiglie non possono più permettersi di inviare i figli a scuola, lasciando così migliaia di giovani senza prospettive per il futuro. L’aumento dei matrimoni precoci, della violenza sulle donne e dei conflitti intercomunitari sono conseguenze forse meno visibili, ma non meno drammatiche della siccità sulla vita delle popolazioni locali».

Aurore Geiser

Responsabile Programmi umanitari

Domande sulla fame estrema in Africa orientale

La terribile situazione attuale ha più cause. La ripetuta mancanza di pioggia rende impossibile prepararsi per futuri eventi simili o fare scorte. Le scorte – cibo oppure anche bestiame e sementi – servono ad affrontare i periodi di magra. Se per diversi anni consecutivi però non è possibile farne, diventa difficile affrontare situazioni come quella attuale. Anche altri fattori influiscono, per esempio i conflitti che costringono le famiglie ad abbandonare casa, bestiame e campi, l’aumento dei prezzi dei generi alimentari a causa della guerra in Ucraina o l’invasione di locuste che negli ultimi anni ha distrutto molti raccolti.

Nel 2017, con l’aiuto della popolazione svizzera la Catena della Solidarietà ha raccolto oltre 19 milioni di franchi di donazioni, con i quali sono stati finanziati più di 20 progetti di 12 nostre organizzazioni partner che hanno aiutato a scongiurare una situazione all’epoca drammatica. Come nel 2017, la situazione è ora gradualmente peggiorata per un periodo di tempo più lungo. Altri fattori – in primis le ripercussioni della guerra in Ucraina sulla situazione alimentare globale – potrebbero aggravare ulteriormente la crisi. Anche il protrarsi della siccità, che rende impossibile costituire scorte d’emergenza, i conflitti o le conseguenze economiche del Covid-19 stanno mettendo milioni di persone in una situazione precaria.

Donando: con i fondi raccolti potremo per esempio finanziare progetti delle nostre organizzazioni partner sul posto per distribuire cibo, garantire l’accesso all’acqua potabile e consentire alle persone che hanno perso le loro basi vitali di acquistare generi alimentari o di ricevere cure mediche.

Oltre 36 milioni di persone in Kenya, Etiopia e Somalia sono afflitte da un’estrema scarsità di cibo e acqua a causa della siccità. I bambini sono particolarmente colpiti: 5 milioni di minori nel Corno d’Africa soffrono di denutrizione nella forma acuta o acuta grave, una condizione che indebolisce il loro fisico e li espone maggiormente a malattie come colera o diarrea.

La siccità attuale in Africa orientale è il risultato di anni senza o con poca pioggia. È molto probabile che sia collegata ai cambiamenti climatici e potrebbe diventare una delle peggiori crisi legate al clima nella storia recente del Corno d’Africa. Oltre alle sfide climatiche dovute a precipitazioni sotto la media, fattori come i conflitti, l’aumento dei prezzi dei generi alimentari o le invasioni di locuste complicano ulteriormente la situazione.

Sì, la guerra in Ucraina influisce pesantemente sulla situazione in Africa orientale, così come su quella di altre regioni nel mondo. Ucraina e Russia rappresentano il 30% della produzione mondiale di grano, il 20% della produzione mondiale di mais e l’80% della produzione mondiale di olio di girasole. Se questa produzione viene meno, le popolazioni in Africa orientale possono importare meno cibo o subiscono forti aumenti dei prezzi dei generi alimentari. La Somalia, per esempio, è tra i paesi più colpiti, basti pensare che il 90% del grano importato nel paese proviene dall’Ucraina.

Le organizzazioni umanitarie partner della Catena della Solidarietà operative sul posto – tra queste anche Caritas Svizzera, HEKS, la Fondazione Terre des hommes, Helvetas, Medair e Save the Children Svizzera – stanno già prestando aiuti d’urgenza, per garantire l’accesso all’acqua potabile, all’assistenza sanitaria e al cibo grazie alla distribuzione di denaro contante. Gestiscono inoltre progetti per la cura e la prevenzione della malnutrizione nei bambini e nelle donne durante la gravidanza o l’allattamento.

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Fame estrema in Africa orientale: la Catena della Solidarietà aiuta quasi mezzo milione di persone

23.05.2023

Sei mesi dopo la Giornata nazionale di solidarietà a favore delle vittime della siccità nel Corno d’Africa, la situazione rimane drammatica e la popolazione sul posto ha tuttora bisogno di aiuto per garantire la propria sopravvivenza e ricostruire la propria esistenza. Grazie alla generosità della popolazione svizzera, la Catena della Solidarietà sostiene quasi mezzo milione di persone nei paesi maggiormente colpiti dalla siccità, ossia Somalia, Etiopia e Kenya. Circa l’80% dei 14 milioni di franchi donati in Svizzera ha permesso la realizzazione di una ventina di progetti umanitari.

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