Ogni centesimo conta 2017

La RSI organizza con la Catena della Solidarietà l’operazione «Ogni centesimo conta» per lottare contro la precarietà dei giovani in Svizzera. Di che cosa si tratta? Come sostenere la causa?

L’operazione «Ogni centesimo conta 2017»

«Ogni centesimo conta» è un’operazione congiunta che organizziamo a fine anno con la Radiotelevisione svizzera di lingua italiana (RSI) per raccogliere fondi a favore delle persone in difficoltà. Quest’anno, le donazioni saranno devolute a progetti che lottano contro la precarietà dei giovani in Svizzera.

Nell’ambito di Locarno on Ice, un team di animatori trascorrerà 6 giorni e 6 notti in uno studio pubblico.

Animazioni, concerti e interviste a celebrità svizzere di vari mondi vi inviteranno a impegnarvi e a donare partecipando alla programmazione musicale della Rete Uno.

Donazioni raccolte: CHF 245'677

La RSI organizza con la Catena della Solidarietà l’operazione «Ogni centesimo conta» per lottare contro la precarietà dei giovani in Svizzera.

Contre la précarité des jeunes en Suisse

Lottare contro la precarietà dei giovani in Svizzera

In Svizzera, i giovani tra 15 e 25 anni sono vulnerabili di fronte alla precarietà e corrono il rischio di scivolare nella povertà. In effetti un giovane su 10 è attualmente senza formazione né lavoro e, a partire da 18 anni, la stessa percentuale rischia di ritrovarsi al di sotto della soglia di povertà.

Un giovane che non ha ancora portato a termine la scuola dell’obbligo o una formazione post-obbligatoria è particolarmente esposto a questo pericolo.

Noi ci impegniamo per migliorare questa situazione. Le donazioni raccolte permetteranno di finanziare progetti di formazione ed educazione messi in atto da associazioni attive in Svizzera nel campo della formazione e dell’inserimento socio-professionale.

«Selezioniamo progetti che possono aiutare i giovani in Svizzera in modo durevole, fornendo loro i mezzi per riacquistare fiducia, nonché per acquisire nuove competenze personali e sociali, capacità e nozioni chiave per il mercato del lavoro e la vita in società.»
Fabienne Vermeulen, Responsabile dell’aiuto in Svizzera presso la Catena della Solidarietà

Aiuto all’inserimento socio-professionale

Occorre assolutamente promuovere l’acquisizione di competenze di base e il conseguimento di una formazione professionale, premesse indispensabili per condurre un’esistenza autonoma.

I progetti saranno destinati:

  • ai giovani in difficoltà confrontati con molteplici ostacoli, a livello sia familiare che sociale,
  • ai giovani provenienti dalla migrazione e giunti recentemente in Svizzera,
  • alle giovani donne vulnerabili, quali le giovani madri senza formazione, le migranti o le giovani donne che desiderano lasciare l’ambiente della prostituzione.

L’aiuto fornito nell’ambito dei vari progetti toccherà sia gli aspetti professionali che privati che permettono ai giovani in difficoltà di diventare indipendenti e di acquisire consapevolezza delle loro capacità.

Jeunes en rupture

Dayanna


Dayanna sta frequentando il 3° anno di apprendistato nella vendita. È stato molto difficile trovare questo posto di tirocinio.

La giovane donna è arrivata in Svizzera nel 1998 con i fratelli. La madre lavorava e doveva occuparsi da sola dei quattro figli minorenni. La famiglia, per giunta priva di documenti, era confrontata con numerose difficoltà, tra le quali la lingua e le ristrettezze finanziarie.

Le cose si sono complicate per Dayana prima ancora di terminare la scuola dell’obbligo. Influenzata dalle cattive compagnie, aveva abbandonato gli studi. Qualche tempo dopo, la ragazza ha tentato invano di trovare un posto di tirocinio, ottenendo purtroppo soltanto risposte negative.

Soprattutto dopo la nascita del suo bambino, i rifiuti non hanno fatto che accumularsi. E la giovane donna si è lasciata prendere dallo sconforto.

Néville


Néville ha conosciuto grosse difficoltà nell’adolescenza.

«All’età di 16 anni, non sapevo veramente ciò che volevo», spiega.

Oltre ai problemi finanziari e familiari, ha frequentato le persone sbagliate e non ha terminato la scuola dell’obbligo.

Egli apprezza quindi in modo particolare l’apprendistato di venditore che sta effettuando presso Caritas, poiché non si tratta soltanto di un aiuto professionale. In effetti, egli si è sentito ascoltato e preso per mano in seno all’organizzazione.

Il sostegno fornitogli non rientra nella formazione di base. E ora il giovane può affermare con soddisfazione che il suo apprendistato «è un po’ come un trampolino di lancio per la vita».

Se avete domande o volete saperne di più sulla nostra Fondazione, non esitate a contattarci. Saremo lieti di rispondervi.

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